Parlamento Europeo

L’UPPI accreditata al Parlamento Europeo – Le tappe di un successo

18 Giugno 1974:

Nasce a Genova l’U.P.P.I., associazione di piccoli proprietari immobiliari: era stata individuata politicamente la figura del piccolo proprietario.

Primo obiettivo: uscire dall’ambito cittadino, organizzare l’UPPI su scala nazionale e diffondere l’idea fino a creare un vero e proprio movimento di opinione. In poco più di un anno vengono costituite sedi UPPI a Firenze, Milano, Torino, Roma e in molti capoluoghi di provincia del Veneto. Oggi l’UPPI conta di oltre 250 sedi provinciali e comunali che coprono l’intero territorio nazionale.

20-21-22 Settembre 1975:

Si tiene a Genova il 1° Congresso Nazionale. Viene approvato il primo documento ufficiale che rappresenta ancora oggi il “Manifesto della Piccola Proprietà Immobiliare”.

Esso così recita:

“L’UPPI, che annovera tra i suoi principi fondamentali:

a. la differenziazione tra la piccola e la grossa proprietà;

b. la sua naturale collocazione nel movimento sindacale;

c. il dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali dell’inquilinato;

d. l’apartiticità, pur nel rispetto del rapporto dialettico e democratico verso tutti i partiti politici operanti nell’ambito della Costituzione;

e. il collegamento diretto con gli Enti pubblici centrali e periferici per la realizzazione delle istanze della base relative ad ogni provvedimento, contingente o a lungo termine, nel settore immobiliare.

RIUNITA

in congresso nazionale

ATTESTA

l’insostenibile situazione riguardante il problema della casa e della disciplina urbanistica, causa primaria dell’iniquo stato in cui versano i piccoli proprietari da oltre quarant’anni,

RIBADITA

l’importanza della piccola proprietà come funzione trainante della economia, attraverso il risparmio ed il rifiuto dei consumi indiscriminati,

CERZIORATA

l’insufficienza della legislazione in materia, improntata al costante ricorso a provvedimenti congiunturali e provvisori, che hanno in effetti favorito le grandi società immobiliari speculative, con il consequenziale aggravamento del problema della casa,

RECEPITA

la presa di coscienza dei piccoli proprietari immobiliari – che costituiscono la maggioranza degli italiani – della necessità di dissociarsi dal comportamento della grossa proprietà immobiliare, i cui interessi sono diversi e spesso contrastanti, onde far valere i loro diritti in forma sindacale,

CONDANNA

la politica demagogica e sperequativa in ordine all’esecuzione degli sfratti;

DELIBERA

di perseguire le seguenti finalità:

  1. Attuazione del “canone integrato” che comporta, a favore dell’inquilino gravato oltre una determinata percentuale del suo reddito ed in rapporto al canone da calcolarsi in base al valore attuale dell’immobile – tale da garantire comunque al piccolo proprietario una giusta remunerazione del suo risparmio – l’intervento dello Stato mediante prelievo da apposito fondo istituito con l’imposizione fiscale operata sul settore immobiliare e sulla grossa proprietà;
  2. Introduzione del diritto di prelazione dell’IACP su tutti gli edifici in costruzione, superiori ad una determinata cubatura, con il rimborso dei costi maggiorati in misura percentuale a titolo di remunerazione dell’investimento;
  3. Allegerimento fiscale per i piccoli proprietari;
  4. Modifica della legge urbanistica e dei piani regolatori;
  5. Risanamento e ristrutturazione delle zone suburbane e dei centri storici, con conservazione delle caratteristiche originarie;
  6. Sanatoria differenziata dell’abusivismo edilizio posto in essere dai piccoli proprietari sprovvisti di alloggio;

RIVENDICA

la indifferibile necessità della “Legge organica sulla casa” e, stante l’acclarata carenza del Potere Legislativo, manda il proprio Attivo Generale di provvedere alla stesura definitiva del testo articolato della proposta di tale legge, informato ai principi emersi dal dibattito congressuale;

ASSUME

la decisione di fare ricorso all’istituto costituzionale della iniziativa legislativa popolare.

I Congressi nazionali si susseguono ogni 5 anni: dopo Genova, Napoli, Milano, Venezia, Sorrento, Rimini, Bologna.

Tra gli scopi statutari si annovera anche quello di diffondere l’Unione oltre i confini nazionali per la tutela dei nostri emigrati all’estero che abbiano mantenuto interessi immobiliari in Italia. Otto anni dopo la sua costituzione (6 – 13 Giugno 1982) il presidente nazionale dell’UPPI, nella persona dello scrivente, viene invitato a tenere a Toronto una prolusione al Congresso mondiale sulla casa.

11 – 18 Settembre 1985:

Marino pronuncia a Washington, nell’Aula Magna dell’Alta Corte Federale d’Appello degli Stati Uniti un discorso su “la proprietà immobiliare e la sua funzione sociale in Italia e negli Stati Uniti d’America”.

29 Maggio – 3 Giugno 1996:

L’ONU invita l’UPPI, in rappresentanza dell’associazionismo italiano di categoria, alla seconda Conferenza mondiale sugli insediamenti umani, “Habitat II” che si tiene a Istanbul, conferendo l’incarico al Presidente Marino di tenere la prolusione introduttiva dei lavori del Forum “Housing Solutions”.

I tempi erano più che maturi per costituire l’UPPI International, costituzione avvenuta pochi mesi dopo in occasione del Congresso Nazionale di Sorrento. Smessa la veste di presidente nazionale Marino ne assume la presidenza.

Dopo una gestazione durata circa tre anni, il 16 Aprile 1999 viene costituita a Strasburgo l’Union Paneuropéenne de la Propriété Immobilière. Marino viene eletto all’unanimità presidente. Scopo della nuova UPPI Europea è quello di armonizzare le diverse legislazioni in materia immobiliare dei Paesi dell’UE e soprattutto indurre la stessa UE a farsi carico dei problemi attinenti alla proprietà immobiliare che, in base all’art. 222 del Trattato dell’Unione Europea del 1957, sono di esclusiva competenza degli Stati membri.

La prima battaglia venne sostenuta e vinta dall’UPPI al vertice Europeo dei Capi di Stato svoltosi a Nizza nei giorni 7 – 10 Dicembre 2000 (UPPI International fu l’unica associazione europea invitata e ufficialmente accreditata così come avvenne l’anno precedente ad Helsinki 10 – 12 Dicembre 1999 alla Confernza dei Capi di Governo dell’Unione Europea).

Si trattava di fare affermare nella costituenda Carta sui Diritti fondamentali dell’Unione Europea, il diritto di proprietà. Così veniva recepito all’art. 17 il principio che “ogni individuo ha il diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità”.

Forti di questo principio dogmatico, bisognava che in concreto l’UE rimuovesse quell’articolo 222 del trattato sopracitato e cominciasse a farsi carico dei problemi della casa.

L’Union Paneuropéenne de la Propriété Immobilière negli ultimi tempi ha redatto un “libro bianco sulla proprietà immobiliare in Europa” che dapprima Prodi e poi Barroso hanno rifiutato di ricevere poichè la Commissione Europea non si occupa del problema.

Era necessario, allora, aggirare l’ostacolo e passare attraverso il Parlamento Europeo che solo può dare l’imput alla Commissione di farsi carico del problema. Per fare ciò era indispensabile che l’Union Paneuropéenne de la Propriété Immobilière fosse ufficialmente accreditata presso il detto Parlamento.

7 NOVEMBRE 2006:

L’obiettivo è stato raggiunto in una riunione tenutasi a Bruxelles il 7 Novembre 2006, data che segna la pietra miliare della nostra organizzazione, poichè apre nuovi ed insperati scenari al fine di fare affermare quei principi di concreta tutela dei diritti dei proprietari immobiliari che gli Stati membri, l’Italia in primis, calpestano con leggi, balzelli e vessazioni di ogni genere.

Prossimo appuntamento, già preordinato, sarà l’audizione del Presidente Marino davanti alla “Commissione per le petizioni” presieduta dal polacco On. Libiki. In quella sede si deciderà probabilmente se il problema casa sarà incluso tra quelli che l’UE dovrà farsi incarico

Avv. Nerio Marino
Presidente UPPI International
e Union Paneuropéenne de la Propriété Immobilière

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